Pura Defluit

Pura Defluit: parla Austacio Busto

Alessandro Greco
L'assessore ai lavori pubblici del Comune di Acquaviva delle Fonti Austacio Busto
Intervistato in esclusiva ai nostri microfoni Austacio Busto parla della vicenda Pura Defluit
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Austacio Busto,ex vicesindaco acquavivese, oggi assessore ai Lavori Pubblici, Beni Culturali e Ambientali, Centro Storico e Turismo interviene sulla vicenda Pura Defluit che ha visto 12 arresti in merito all’indagine eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria Bari e carabinieri del Comando Provinciale che hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 12 persone, emesse dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura, e numerose perquisizioni. Le ordinanze – 2 in carcere, 10 agli arresti domiciliari ed un obbligo di dimora – sono l’esito di complesse indagini svolte su un consolidato sistema di
corruzione di pubblici ufficiali e di alterazione delle procedure di affidamento dei pubblici appalti che ha riguardato alcuni comuni della Provincia di Bari. Provvedimenti restrittivi e perquisizioni sono scattati a Roma,Bari,Altamura,Acquaviva delle Fonti e Castellana Grotte e altri Comuni del Sud Barese. Di seguito riportiamo le dichiarazioni dell’assessore acquavivese Busto in merito alla vicenda.

Assessore Busto cosa ha da dirci in merito alla vicenda “Pura Defluit”? Qual’è la sua genesi?

“Tutto comincia quando si comincia a parlare di un bando per il completamento dei lavori di restauro del nostro Teatro comunale, lavori che sono stati finanziati con € 2.900.000 dalla Regione Puglia con Fondi CIPE e € 1.000.000 da bilancio comunale. Agli inizi di Ottobre ho ricevuto una busta con all’interno 5000 € che ho consegnato immediatamente ai Carabinieri di Acquaviva e purtroppo di questa busta non si conosceva l’obiettivo finale, nel senso che mi era stata data da una persona che conoscevo, con cui avevo molti rapporti di lavoro per quanto riguarda la realizzazione dell’impianto di affinamento delle acque reflue, la cui ditta è l’Apulia di Gravina e diciamo tramite un fiduciario, questo signor Tommaso Procino mi fu data questa busta senza dirmi né perché né per come, nulla. Quando l’ho consegnata ai Carabinieri la prima domanda che si sono posti e che mi hanno consequenzialmente posto è stata: Perché ti è stata data questa busta? Naturalmente nel mio ruolo, all’epoca oltre a queste deleghe già elencate ero anche vicesindaco. Nel mio ruolo di Assessore ai Lavori Pubblici, sapevo che c’erano due grossi bandi in piedi, appunto quello per il completamento del Teatro Comunale e un futuribile che poi si è concretizzato, finanziamento per l’ampliamento dell’impianto delle acque reflue, finanziamenti di due milioni di Euro che abbiamo ottenuto anche recentemente. Per cui da parte degli inquirenti mi fu chiesto se c’era la mia disponibilità a collaborare con essi affinchè si venisse a capo delle reali intenzioni di chi in qualche modo mi avesse trasmesso questa somma. Da quel momento, dal giorno 10 ottobre appunto ho cominciato a collaborare con gli inquirenti fornendo loro tutte le informazioni utili alle indagini in corso, appunto relative si è scoperto poco dopo, agli inizi di dicembre, si è scoperto il disegno perché il responsabile, l’amministratore della Apulia, Salvatore Fadigati mi ha avvicinato chiedendomi in maniera abbastanza chiara la disponibilità a fare in modo di aggiudicare alla ditta Apulia i lavori per il completamento del restauro del teatro comunale. Contestualmente c’è da dire che gli inquirenti avevano da questa mia prima denuncia cominciato a mettere sotto osservazione una serie di soggetti, in vario modo coinvolti nell’operazione bando e così è venuto fuori tutto al momento in cui c’è stata l’effettiva aggiudicazione della gara alla ditta Apulia come si temeva, è stato ricostruito in qualche modo il quadro all’interno del quale diciamo i vari attori si sono mossi per raggiungere l’obiettivo di aggiudicare ad Apulia i lavori del teatro e quindi il ruolo del nostro dirigente dell’Ufficio Tecnico, l’architetto Cuffaro, che era arrivato qualche mese prima, attraverso lo strumento dell’articolo 110, quindi intuito personae del Sindaco che lo aveva voluto qui perché in qualche modo fuori dai legami vari che si creano sul territorio, è andato a prendere una persona che veniva da lontano e che si riteneva potesse essere libera da una serie di relazioni sul posto. Si è scoperto che appunto chi ha giostrato su questa operazione del bando del teatro era in grado di raggiungere chiunque,ovunque coinvolgendo un altro architetto di Roma, l’architetto Zampiello che aveva contatti con il nostro architetto Cuffaro fin dagli inizi di settembre e la gara si è svolta a dicembre 2015. Quindi diciamo in quel momento l’inchiesta si è allargata perché è venuto fuori su questo che la mia denuncia rappresentava la punta di un iceberg di un sistema di legami poco chiari fra politici, fra tecnici e professionisti esterni alla pubblica amministrazione. E’ un’inchiesta che andata avanti, noi purtroppo avendo anche con il Sindaco, c’è da dire che ha conosciuto fin dall’inizio gli sviluppi di questa vicenda, avevamo deciso di collaborare con gli inquirenti per scoprire questo sistema e quindi abbiamo dovuto fare buon viso a cattivo gioco nel senso che non potevamo far esplodere il caso perché altrimenti avremmo come dire messo in luce delle indagini che invece erano segrete, non potevano essere note almeno in quella data. Collegato a questo sistema, è venuta fuori poi questa vicenda del vicesegretario del PD, Roberto Tisci che come si è visto anche dalle inchieste in corso era in collegamento con Apulia, attraverso il fratello di Salvatore Fadigati, Michele Fadigati e con un altro imprenditore di origine albanese Bertin Sallaku con cui entrambi questi due Tisci e Sallaku all’inizio di quest’anno, all’inizio del 2017 hanno cominciato a cercarmi, soprattutto Tisci con cui comunque c’era un rapporto di conoscenza insomma perché siamo del posto, entrambi impegnati in politica quindi ci conoscevamo. La cosa strana è in questa vicenda che se per un verso il Partito Democratico inteso come dirigenti perché bisogna spiegare una situazione peculiare, ma non troppo di Acquaviva in cui son quattro consiglieri e due assessori che si richiamano al PD che ci sostengono e allo stesso tempo un gruppo dirigente dello stesso partito che soprattutto a partire dalla fine del 2016 ha contribuito con una serie di manifesti,comunicati ai media, ha iniziato ad attaccarci accusandoci di chissà quali nefandezze (interessi personali, gli amici degli amici, al Sindaco hostis publicus ossia nemico pubblico per eccellenza) sono i termini utilizzati dai loro comunicati per essere chiari, insomma una serie di questo scopo e contemporaneamente il vicesegretario si relazionava con me per fare in modo che i lavori dell’ampliamento delle acque reflue su cui appunto abbiamo un finanziamento di due milioni di Euro fosse aggiudicato all’impresa di questo Bertin Sallaku dandomi sempre per invogliarmi in questa direzione, anche una bustarella con 2000 € all’interno, giusto un’aperitivo perché poi sarebbero seguite altre somme sempre con gli step dei vari gradi dell’iter burocratico del progetto, quindi che so sistemare due persone diciamo di fiducia nella commissione aggiudicatrice del bando in oggetto che riguardava l’ampliamento delle acque reflue. Messo da parte la questione Teatro, poi è proseguita questa cosa qua negli ultimi mesi e poi la notizia che conosciamo tutti è stata quella del 13 luglio in cui io dico finalmente perché ho trascorso circa due anni in questo ruolo “pericoloso” per me e per la mia famiglia in cui appunto mi sono messo a disposizione degli inquirenti per svelare una serie di situazioni. C’è da dire che il mio è stato giusto un piccolo contributo rispetto ad una grande inchiesta portata avanti, ritengo con molta efficienza dalla compagnia dei Carabinieri di Gioia del Colle e anche dai finanzieri successivamente. Cosa mi ha portato a questo? La mia vita politica che inizia nei primi anni ’90 è sempre stata caratterizzata dalla lotta al malaffare. Muovevamo i primi passi all’epoca io e l’attuale sindaco e all’epoca (erano i primi anni ’90) ad Acquaviva c’era un grosso personaggio che aveva messo su una cosca di tipo mafioso, Romano (la Rosa di Acquaviva). Ho sempre caratterizzato il mio impegno politico, il mio impegno civile nella direzione della onestà e nella moralità dei comportamenti in ambito pubblico e tutti mi hanno sempre riconosciuto questa trasparenza e questa onestà e quindi quando è accaduto che mi hanno dato questa busta un senso di rabbia si è diffuso dentro di me perché diciamo mi chiedevo tra tante persone che ci sono, se vieni da me vuol dire che non mi riconosci questa onestà di cui sono sinceramente molto fiero, che mi è stata trasmessa sin da bambino. Per me era un atto consequenziale. Nei giorni successivi alla vicenda si è sviluppato un grosso dibattito (l’eroe, il non eroe, atto dovuto, non dovuto, è una cosa normale ecc….). Io sono distante da questo tipo di approccio alla questione. Ritengo che soprattutto un amministratore pubblico debba dare un esempio concreto e non solo verbale dai palchi o dalle tribune. L’onestà è qualcosa che va praticato, non la medaglietta che ti devi mettere sul colletto. Per cui diciamo sono questi i motivi principali per cui mi sono mosso in questa maniera”.

Tornando alla vicenda che ha visto protagonista il comune di Acquaviva, insieme al comune di Altamura e a quello di Castellana Grotte vi era anche una regia politica, non solo una parte tecnica all’interno di questa vicenda?

No guardi io non ci vedo una regia politica, anzi le devo dire vedo la politica utilizzata da singoli personaggi che sia per ruoli all’interno di un partito (quindi la possibilità di conoscere tanti amministratori), sia perché diciamo nel partito di cui stiamo parlando, il Partito Democratico si sono persi quei filtri che portavano un tempo a entrare in un determinato partito per determinati principi,regole, modi di fare. Si sono persi questi filtri. Oggi entra nel partito chiunque. E quindi di conseguenza il partito e la politica sono utilizzati da persone con pochi scrupoli che millantando conoscenze altolocate nelle varie amministrazioni e avendo alle spalle un ruolo all’interno di un partito potevano raggiungere i vari amministratori e con un approccio di tipo personale a quel punto capire se i vari interlocutori che si hanno di fronte sono disponibili o meno a certe operazioni. Non ci vedo una regia politica, almeno in base alle notizie di cui sono in possesso”.

In merito alla vicenda di questa cospicua somma di denaro ricevuta per mano di questo imprenditore quali sono i motivi che la hanno spinto a fare questo atto e soprattutto se ha avuto come dire successivamente o anche prima qualche dubbio nell’azione di denuncia?

Per quanto riguarda la mia vicenda strettamente personale, le devo dire che ho trascorso pochi secondi a pensare a questa cosa qua e lì ho capito qual’è la debolezza dell’uomo che porta a vendersi perché avere quelle somme in mano. Mi riferisco alla prima busta ricevuta che ho aperto, ne ho visto il contenuto. Diciamo un dieci secondi di smarrimento sul da farsi in quel momento (la restituisco, la tengo e non dico niente), questi sono i pensieri che avvolgono qualsiasi uomo o donna in situazioni di questo genere e io non ho avuto dubbi assolutamente. Ripeto sono stati 30 secondi lunghissimi. Li ricordo momento per momento e la cosa che mi ha fatto rabbrividire è stato il pensiero del poi. Il pensiero del poi che è quel momento in cui tu dici se io accetto entro in un sistema da cui non potrò più uscire fuori, quindi mi sentirò sempre sotto schiaffo di qualcuno, utilizzabile in qualsiasi momento e poi ho pensato ai miei figli che mi riconoscono in un certo modo che non avrei più potuto guardarli negli occhi ogni giorno quando li sveglio la mattina”.

Cosa ha pensato quando i cittadini la hanno iniziata ad etichettare per la sua collaborazione con gli inquirenti? Qual’è stato il suo impatto emotivo?

Tutto è iniziato dopo un anno che avevo iniziato questa attività di collaborazione e dentro di me mi sono detto ride bene chi ride ultimo. Piuttosto mi faceva male tutto il chiacchiericcio che veniva riferito ai miei amici. I miei amici non erano a conoscenza di questa cosa. Per cui sentirmi spesso chiamare e sentirmi ripetere sempre le stesse cose provocava la seguente risposta: Se mi stimi, ricordi chi sono, sai che non è così. E mi bastava. Però appunto nei pensieri più reconditi era questo che mi dava molto fastidio, sapere di essere additato con lo sguardo, con la battutina al pari di tanti politici che si sono venduti l’anima era una cosa che infastidiva molto. Però ho saputo aspettare”.

Dopo la pubblicazione di numerosi articoli di cronaca, ma anche degli atti stessi della vicenda giudiziaria “Pura Defluit” in qualità di rappresentante delle istituzioni dopo questo gesto memorabile cosa si sente di dire ai suoi cittadini, ai cittadini acquavivesi?

Io penso che i cittadini abbiano capito che c’è stato negli ultimi anni un grosso cambiamento di rotta nell’amministrazione della città. Sicuramente ci sono grosse difficoltà ad amministrare un paese di 21.000 abitanti sopratutto se si cerca di porre riparro a politiche dissennate portate avanti per tantissimi anni, parliamo di due,tre decenni e oggi i cittadini sanno di essere rappresentati da persone oneste che sbagliano come tutti naturalmente ma hanno la garanzia che non c’è un soldo pubblico che vada nelle tasche di qualcuno a discapito di tanti. A fronte di quattro o cinque personaggi molto particolari della nostra città sono migliaia le attestazioni di stima ricevute in questi giorni. Non solo qui ad Acquaviva. Ho ricevuto una lettera, vecchio stampo, scritta a mano, da un signore di Milano che diceva “guarda in questo mondo tutto superficiale, che ormai stabilisce le sue relazioni virtuali, non più umane e reali, io sento il bisogno di manifestarti la mia stima e la mia gratitudine per l’esempio che hai dato” scrivendolo di pugno su un foglio di carta come si faceva un tempo. Ho ricevuto questa lettera molto carina a cui risponderò quanto prima perchè meritevole di questa cosa. Le dico un’altra cosa ho ricevuto in questi giorni questi messaggi personali da Milano,da Palermo,dalla Liguria, da molte regioni di persone che hanno visto l’intervista al Tg1, poi mi hanno cercato su Facebook e quindi hanno recuperato un contatto Messenger e mi hanno scritto. Un’altra bella vicenda è quella di un signore di Milano che mi scrive questa cosa: “sai ti voglio ringraziare per una cosa fondamentale che hai cambiato nella mia stessa vita ascoltando la tua intervista. Io ho una bambina di cinque anni. Sono in gravi difficoltà economiche e mi è capitato di rubacchiare qualcosa nel supermercato. Ascoltando la tua intervista mi rendo conto che nel nostro paese si può credere ancora nell’onestà e d’ora in poi io non andrò più a rubare nel supermercato cercando delle strade migliori per diciamo soddisfare i bisogni primari” (in questo caso di una bambina piccola che evidentemente spinge il padre a fare questi piccoli furti per poterla alimentare).”

Quanto e come secondo lei si può eradicare il male della corruzione e secondo lei al giorno d’oggi è così difficile dire di no a questo fenomeno?

No, non è difficile dire di no a questo fenomeno. Sicuramente ci sarebbe bisogno di regole, di leggi più efficienti. Negli ultimi anni sono stati depotenziati alcuni strumenti in mano agli inquirenti per risolvere i casi di questo tipo, soprattutto per condannare persone che fanno operazioni di corruzione. E quindi per un verso c’è bisogno di una serie di leggi, norme più efficienti, degli strumenti che siano più utili a chi mette in atto azioni di investigazione su questi episodi e allo stesso tempo c’è bisogno da parte di tutti (centra anche poco la politica), di ciascuno di noi di essere veramente onesto dentro. Io vedo alcuni che reclamano l’onestà, rivendicano la correttezza dei comportamenti soprattutto se si fa riferimento a propri interessi particolari. Invece l’onestà è a 360 gradi, c’è sempre. Ritengo che il mio esempio non è certo paragonabile a quello di personaggi arcinoti a livello nazionale, ormai eroi,vittime,martiri della’onestà. Mi riferisco a magistrati,a uomini delle Forze dell’Ordine e anche singoli cittadini, imprenditori che hanno denunciato questo. I politici sono ancora troppo pochi perchè intervengono sempre motivazioni di carattere elettorale. Magari si fa finta di non aver visto, si rifiuta la denuncia e questa è una cosa che non porta nella direzione di un paese migliore”.

Qual’è dunque il suo messaggio nei confronti di coloro i quali sono in politica, hanno un ruolo politico importante (a livello locale, a livello regionale e a livello nazionale)?

Bisogna mettere da parte l’idea che per sopravvivere bisogna accontentare,non vedere. Perché puoi perdere qualche centinaia di voti, ma ne guadagni molti di più se pratichi l’onestà. Questo è il messaggio che mi piace trasmettere”.

Ringraziamo Austacio Busto per la sua disponibilità a concedere questa intervista esclusiva ai microfoni di Cassanolive e ci auguriamo che in qualche modo questo esempio di onestà, di correttezza a livello prima umano e poi politico venga seguito da coloro i quali ricoprono una carica pubblica.

sabato 29 Luglio 2017

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