Degrado urbano

Scarse risorse per troppe strade

Diego Marzulli
Diego Marzulli
Buche stradali
Le buche stradali sono ormai una delle più famose attrazioni locali, tra le imprecazioni di residenti e villeggianti
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Le buche stradali, da non confondere con le grotte carsiche, sono ormai una delle più famose attrazioni locali, tra le imprecazioni di residenti e villeggianti.

Insomma, così radicati nel territorio urbano da far pensare che ci sia una volontà politica di etichettare il fenomeno con la Denominazione d’origine protetta (Dop).

Ironia a parte, analizziamo il problema con la matematica e i suoi numeri per comprendere quali ragioni giustificano, sia pur minimamente, l’attuale stato d’abbandono.

Cassano delle Murge, centro urbano collinare situato nell’area metropolitana barese, è collegata con altri paesi da 8 arterie stradali principali (Sannicandro, Bitetto, Grumo, Mellitto, Altamura, Santeramo, Adelfia e Bitritto) e si estende su una superficie territoriale di 90,2 km quadri contenenti strade extra urbane, urbane e rurali.

Dunque, un classico comune di circa 15 mila abitanti che si sviluppa tra isolati, incroci, strade e contrade varie lunghe complessivamente circa 250 chilometri.

Questa lunghezza stradale è poco interessata sia dalla manutenzione ordinaria che da quella straordinaria.

Il tempo, le avversità atmosferiche e i quasi inesistenti convogliatori d’acqua favoriscono le nascite dei buchi stradali che deturpano il territorio e causano incidenti stradali con consequenziali richieste di risarcimento per danni fisici e meccanici subiti dai pedoni e dai mezzi.

Scarni bilanci comunali e scarsa attenzione politica con una mediocre programmazione giustificano lo stato odierno dei luoghi.

La crisi politica degli ultimi due anni (3 governi comunali di cui uno con Commissario prefettizio) ha paralizzato l’apparato comunale che non è riuscito a captare fondi e risorse utili anche per una miglioria del servizio.

Intanto, da Palazzo di Città giunge la notizia di un piccolo impegno di spesa per lavori di colmatura, che sono stati già affidati a un impresa locale per una spesa complessiva di 2.750,00 euro.

Certamente pochi ma almeno qualcosa si inizia a muovere.

(articolo tratto da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 27 marzo 2018)

martedì 27 Marzo 2018

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