Un chiaro esempio di artista a tutto tondo si ritrova nella figura di Armando Perotti, scrittore, poeta e studioso di toponomastica e dialetto. Come dare inizio a una nuova rubrica linguistica incentrata sullo studio del dialetto locale, se non facendo riferimento a un intellettuale di questo calibro?
La sua attività, spalmata su vari ambiti di studio e ricerca, mantenne sempre vivo l’interesse verso la cultura regionale locale entro un’ottica che mirava a rimettere in luce il rapporto dialogico tra continuità e innovazione, pathos e rispetto del senso di equilibrio. Seppe sempre coniugare culto estetico e perizia formale a giustizia, efficienza e, persino politica, infatti come affermò il critico Benedetto Croce, i suoi libri furono “esatti nell’erudizione, storicamente intelligenti, letterariamente sobri e di buongusto”.
Tornó diverse volte a Bari e a Cassano delle Murge e collaborò con svariate testate giornalistiche nazionali e regionali; in questa sede occorre, tuttavia soffermarsi sul ricordo dei notevoli contributi lasciati nel campo della toponomastica, ossia quel settore linguistico che si occupa dello studio dei nomi propri attribuiti agli spazi geografici di un paese, una città, una regione, insomma di uno spazio fisico più o meno ampio dotato di confini riconoscibili territorialmente e culturalmente.
La toponomastica ricopre un ruolo fondamentale nello studio di un luogo, poiché, assieme al dialetto locale, consente di ricostruirne le origini, dunque la storia e l’evoluzione, poiché il mutamento non avviene facilmente, anzi. I nomi delle strade, dei quartieri, dei vicolotti tendono a restare fedeli alle nomenclature iniziali, spesso contraddistinti da forme italianizzate provenienti dal dialetto.
Ringraziando Armando Perotti e il suo lavoro di ricerca e valorizzazione delle tradizioni e del culto locali, si apre ufficialmente questa nuova rubrica.