La realtà calcistica (e sportiva in generale) riscuote un notevole successo tra i giovanissimi, ma non solo: spesso anche coloro che sono più in la con l’etá seguono assiduamente notizie, curiosità e tutto ciò che afferisce al proprio sport preferito e ai propri beniamini. Un tempo non vi era casa in cui non ci fosse un televisore sincronizzato all’ora di pranzo sul TG, adesso non vi è abitazione in cui non si conoscano nel breve tempo possibile le ultime news sportive.
Il fenomeno sportivo, dunque, tradotto in termini giornalistici, ha avuto bisogno di dotarsi di un adeguato lessico specifico che si servisse di espressioni appropriate e che non utilizzasse tante perifrasi per indicare una determinata attivitá, un tipo di oggetto utilizzato o una regola da non infrangere. Il linguaggio sportivo è completamente differente dalle altre forme di linguaggio scientifico: esso, infatti innanzitutto contribuisce a connotare lo sport in questione, rendendo precise ed esplicite le sue regole (pensiamo ad esempio al concetto di fair play e sportività ); in secondo luogo, delinea un numero chiuso, più o meno ampio di parole e tende a conservarne intatte le sfumature di significato).
Il linguaggio sportivo, inoltre non ha avuto lo stesso sviluppo degli altri linguaggi settoriali a causa sia del suo statuto (essendo limitato a forme espressive quali telecronaca o cronaca sportiva), sia del suo stretto legame principalmente con i mass media o con i moderni mezzi di comunicazione.
Come per quanto riguarda i termini tecnici adoperati nell’ambito informatico, anche quelli sportivi risentono in particolar modo della predominanza dell’inglese o americano, in particolar modo perché alcuni sport oggi da noi praticati provengono da quel tipo di tradizione (si pensi al football), che si mantiene anche nelle denominazioni di alcuni club.