La ricorrenza

Giorno della Memoria, Lopane della Fondazione Springer: «Impegno vigile in difesa dei diritti umani»

Francesca Lopane
Giornata della Memoria
Una riflessione in occasione della commemorazione delle vittime dell'Olocausto
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Ad ogni generazione spetta il compito di vigilare per rendere impossibili altri genocidi,

è un impegno sempre attuale che periodicamente occorre rinnovare .

Tornano alla mente le parole di Elie Wiesel , premio nobel per la pace, che afferma “[…] il peggiore dei mali è l’indifferenza ,

il contrario dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza,

il contrario della vita non è la morte ma l’indifferenza,

il contrario dell’intelligenza non è la stupidità ma l’indifferenza”.

Bisogna lottare contro questo male con la sola vera arma a nostra disposizione, da usare sempre ed ovunque.

Quest’arma si chiama educazione.

Preparazione attenta e puntuale dei fatti.

E’ così che la memoria acquista una portata personale e Universale, ci attiva e ci spinge verso il rispetto reciproco che dobbiamo gli uni agli altri come essere umani.

Anche alla politica spetta il compito di conservare ed innovare il senso profondo del vivere comune, a difesa del valore e delle potenzialità della civilizzazione.

Scegliere da tempo di affrontare questo tema in modo non celebrativo ma coinvolgente, come testimonia il viaggio del “Treno della Memoria” per portare gli studenti a conoscere e toccare con mano i luoghi della deportazione.

Luoghi dove Elisa Springer, sopravvissuta allo sterminio ha vissuto tutto l’orrore della disumanizzazione operata dai nazisti.

L’esperienza di quei luoghi, che sono “Cattedrali di Memoria” silenziosa del genocidio, suscitano in tutti coloro che vi soffermano, un sentimento che presa d’atto della vastità e profondità dell’offesa alla vita che si è consumata in un

tempo ed in un luogo non lontani, nel cuore del nostro continente.

L’indifferenza etica sottende sempre gli eccidi di massa, gli stermini collettivi.

Nella Shoah, dichiaravano i gerarchi nazisti nei vari processi, non c’erano colpevoli, semplicemente ciascuno si limitava ad obbedire a degli ordini.

La violenza era “normalizzata” e “suddivisa” essa era altresì legittimata dalla condizione ormai non più umana cui erano stati condotti i deportati nei Lagher: senza nome,

meri numeri,

nudi scheletri,

stracciati ,

piagati ,

tali da destare ribrezzo.

Qualcuno potrebbe provare empatia o sentirsi in colpa per lo sterminio di “questi milioni ” di essere umani ?

L’analisi dei fatti conferma che le misure più efficaci contro la barbarie, sono l’impegno vigile in difesa dei diritti umani e della democrazia, il ripudio del razzismo e nuove schiavitù e la politica attiva per la pace . Una pace che si

costruisce anche a partire dalla conoscenza di quello che è stato e non dovrà più essere , perchè ” CHI NON CONOSCE LA PROPRIA STORIA è CONDANNATO A RIVIVERLA “.

L’uomo è l’unico essere vivente dotato di memoria .

La memoria umana è in grado di elaborare e di trasformare il ricordo, interconnettendolo con le altre esperienze di vita , raccontandolo e condividendolo .

Nell’individuo la memoria si trasmette attraverso le generazioni . E’ per questo che i figli dei “sopravvissuti ” piangono ancora la sciagura dei padri ” Le Candele Della Memoria ” vengono chiamati.

Cosa ci rimane oggi della Shoah, oggi che i sopravvissuti vanno scomparendo ?

Prevalgono i sentimenti di orrore , di rimpianto , oppure vanno prendendo il sopravvento gigantesche rimozioni collettive e revisionismi storici ?

Torna l’odio per l’ebreo-il diverso da te – spesso travestito dallo stigma per le non condivise vicende politiche dello stato di Israele .

Torna , in Europa , il fantasma barbaro dell’Antisemitismo , e si allarga a cercare nuovi nemici , nuove vittime nello spettro dell’esclusione .

La paura dell’altro colpisce dinuovo e gli si affiancano o di nuovi , nuovi pregiudizi , nuovi ” CRIMINI DELL’IDENTITA’ ” .

Tocca ancora una volta agli Ebrei all’Islam , agli immigrati , alle Minoranze Nazionali , a una fascia sempre più vasta di presunti nemici , inermi esseri umani che stanno nelle loro case o che girano il mondo in cerca di GIUSTIZIA e di PANE: uomini,donne,bambini .

La paura del terrorismo fornisce un alibi potente alle nuove forme dell’esclusione sociale , e può farsi vigile di roghi e di eccidi , cui già fanno da antefatto non pochi cruenti episodi .

La memoria si sperde ; a noi uomini e donne di pace spetta ricordare raccontare mantenere viva quella istanza di civiltà che il ‘900 calpestò attraverso gli stermini di massa .

Alle bandiere irrigidite, ai contrasti in armi , ai conflitti etnici , ai dissidi religiosi , alle esclusioni di massa , alla violenza e alla barbarie , si può oppore , io credo, una bandiera sola –

fluttuante e mobile

iridata dei mille colori del mondo :

una bandiera di pace che porti i segni della memoria

e che sventoli ,

all’insegna della ragione ,

per un nuovo futuro,

un futuro di civiltà

di sviluppo e di giustizia sociale .

UNA NUOVA VITA !!

Francesca Lopane

presidente della Fondazione “Elisa Springer”

venerdì 26 Gennaio 2018

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