Elezioni politiche

«4 marzo 2018: io voto!», una riflessione di “Progetto in Comune” sulla partecipazione elettorale

La Redazione
“Progetto in Comune”
L'invito al voto consapevole ed informato dell'aggregazione politica cassanese
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Un invito al voto consapevole ed informato. E’ il tema di questa nota di Progetto in Comune rivolta a tutta la cittadinanza e che pubblichiamo integralmente

Nella democrazia moderna il voto si presenta come il principale mezzo attraverso il quale il cittadino può partecipare attivamente alla vita politica del proprio Paese. L’art.48 della nostra Costituzione sancisce che: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”.

Tuttavia, nonostante questa grande conquista per la società moderna, i dati statistici degli ultimi anni relativi alla partecipazione della popolazione al voto ci pongono davanti ad un fenomeno preoccupante sempre crescente, e diffuso in tutta Europa: l’astensionismo.

In Italia l’affluenza alle urne per le elezioni politiche, che è sempre stata superiore al 90% almeno fino alla fine degli anni 70, sta registrando nel tempo una riduzione importante, con un tracollo totale nel 2013, anno in cui la partecipazione è scesa al 75% circa.

L’astensionismo come possiamo ben comprendere da questa analisi è un fenomeno che non si può più ignorare o sottovalutare e se la previsione del 2013 si è rivelata effettiva, dalle elezioni del 4 marzo dobbiamo aspettarci un ulteriore peggioramento ed una percentuale di astenuti che toccherà probabilmente la soglia del 35%[1] superando paradossalmente le preferenze per ogni altra forza politica. Questo significa in sintesi, che il numero di voti non espressi da chi non si recherà alle urne potrebbe superare il numero di voti ottenuti dalla forza politica vincitrice.

Le ragioni alle spalle di questo fenomeno sono molteplici e vanno individuate in diversi fattori tra cui determinati processi storici che hanno portato a un totale cambiamento del mondo politico (la “questione morale” riguardante la corruzione e il malcostume che dominavano i partiti, sollevata da Enrico Berlinguer agli inizi degli anni 80, e le note vicende di “Mani pulite” e “Tangentopoli” negli anni 90) e cambiamenti sostanziali all’interno della società.

Negli ultimi 10 anni, ad un astensionismo “fisiologico” dovuto a limiti logistici per i cittadini, si è aggiunto una nuova forma di astensionismo che potremmo definire “consapevole”, che si presenta come una scelta politica precisa, una sorta di voto di protesta, volontà di porre una forte distanza tra il cittadino e il mondo politico oppure come l’espressione del disinteresse totale rispetto ad un mondo alle volte troppo monotono e poco diversificato. Infatti, la caratteristica determinante della politica odierna sta proprio nel completo appiattimento dell’antitesi tra forze politiche: quelli che erano i grandi partiti di massa con chiari programmi e ideologie all’indomani dello scandalo di tangentopoli hanno lasciato posto via via a partiti sempre più simili che hanno perso la capacità di mobilitare la popolazione e soprattutto di far identificare quest’ultima all’interno di precise linee programmatiche e ideologiche. Per un cittadino poco informato i programmi sembrano essere tutti uguali e i volti politici sempre gli stessi che si avvicendano al governo senza tuttavia determinare differenze apprezzabili sul piano della vita privata del singolo.

La domanda che adesso bisogna porsi è: che succede se ci abbandoniamo passivamente a questa tendenza? La risposta non è delle migliori. Sicuramente una bassa partecipazione al voto comporta il venir meno dei principi democratici, tra i quali soprattutto quello della rappresentanza e a questo si aggiunge l’attuale legge elettorale che garantisce un bonus di maggioranza a chi raggiunge almeno il 40% delle preferenze. La conclusione è che la forza politica al governo non rappresenta la reale immagine del volere popolare, ovvero il potere è detenuto dal 40% del 72% dei votanti totali che rispetto all’intera popolazione votante equivale al 28,8% e quindi a scegliere chi ci governa sarebbero meno di un terzo dei votanti.

Inoltre, in questa prospettiva di crisi, di appiattimento politico, di diffidenza nelle istituzioni e nella politica, raccoglie più consensi chi si fa portavoce del malumore diffuso e promette rassicurazioni nell’immediato gettando nell’ombra la visione e la pianificazione del futuro del nostro paese nel lungo periodo. Questo ci espone sempre più al pericolo di una deriva verso estremismi, che oltre a palesarsi in ambito politico, acuisce in maniera esponenziale il conflitto sociale.

In ultima analisi dunque ci appelliamo al vostro senso civico e vi invitiamo a informarvi, leggere i programmi elettorali, ad andare a votare il 4 Marzo e soprattutto a votare consapevolmente per sovvertire questa preoccupante tendenza astensionista, perché, come dice Paolo Borsellino in una celebre frase, “Il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano”.

Per l’occasione, Progetto in Comune ha approntato un quiz, finalizzato a capire quanto siamo pronti per il 4 marzo. Proviamo insieme a rispondere a queste poche domande.

http://www.progettoincomune.com/sondaggio-politiche-2018-quanto-ne-sai/



[1] Il dato per il 2018, ricavato dai sondaggi, riguarda la media delle ultime misurazioni effettuate da diverse società demoscopiche. Assumiamo il dato abbastanza affidabile sulla scorta delle misurazioni effettuate nelle scorse tornate elettorali, che per quanto riguarda il dato “astensionismo” si sono rivelate veritiere.

mercoledì 14 Febbraio 2018

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