Il fatto

Il Comune tenta una nuova strada, ma la Maugeri è già andata via

La Redazione
La sede della fondazione Maugeri a Cassano delle Murge.
Un nuovo procedimento, "straordinario", per scongiurare il trasferimento del centro medico: "Un atto inutile e dannoso", dicono le opposizioni
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Si raddoppiano i procedimenti per ampliare il centro medico (la variante al PRG e quello iniziato ieri sera in Consiglio), ma la Maugeri ha già mollato gli ormeggi e veleggia verso “Villa Maria”, la nuova sede di Bari, che ospiterà dall’aprile del 2019 il centro di riabilitazione che per decenni ha curato e dato lavoro a molti cassanesi.

Ieri sera il Consiglio comunale, con i voti della sola maggioranza (l’opposizione non ha partecipato alla votazione finale), ha dato avvio al procedimento che, una volta concluso (con quale tempistica non lo sanno neanche i tecnici comunali), consentirebbe al Comune di concedere un “permesso di costruire in deroga”, atto che darebbe il via libera al progetto di ampliamento della struttura.

Un “permesso” che, stante la lettera di “Istituti Clinici Scientifici Maugeri – S.p.A.”, datata 19 febbraio 2018, con la quale comunica ufficialmente al Comune la sua intenzione di lasciare Cassano, probabilmente nessuno chiederà.

Per questo, quella intrapresa dall’amministrazione Di Medio è una iniziativa – è questo il punto – assolutamente inutile secondo l’opposizione (addirittura peggiorativa della situazione attuale): è solo il tentativo, dicono le minoranze, di dimostrare all’opinione pubblica locale che si è fatto qualcosa per scongiurare il trasferimento della Maugeri. Quando, invece, hanno ribadito i tre gruppi di minoranza, chi governa oggi ha molte responsabilità sulla perdita del centro medico.

Perché la Di Medio, con la forzatura di ieri, pregiudica forse l’unica carta a disposizione del Comune per scongiurare il trasferimento.

Lo ha spiegato nel dettaglio il consigliere comunale Del Re, evidenziando innanzitutto l’errore fatale commesso dalla precedente amministrazione Di Medio nel 2012, quando, nonostante i segnali di pericolo lanciati dalle opposizioni in quel momento, adotta la variante al Piano Regolatore Generale senza aver avviato la Valutazione Ambientale Strategica.

Un errore – “sanato” dalla successiva amministrazione Lionetti – che ritarderà di almeno due anni il procedimento per arrivare all’atto formale che permetterebbe – senza incertezze in fatto di legittimità delle carte (aspetto fondamentale quando si deve realizzare un investimento di questa portata) – di procedere all’ampliamento della struttura.

È il tempo, infatti, per le minoranze ad avere un rilievo fondamentale.

Come quello perso nel momento in cui a settembre del 2017 giungono a “piazza Moro” finalmente i positivi pareri ambientali previsti dalla normativa: anziché, dicono le minoranze, fare pressione perché la giunta regionale approvi finalmente la variante, “tampinando” anche fisicamente se necessario (e lo era) i funzionari regionali, la sindaca e la sua amministrazione traccheggiano, indugiano. Salvo, poi, risvegliarsi a febbraio quando il postino recapita alla prima cittadina la lettera di addio da parte della dirigenza della Maugeri, portando ieri all’esame di una sbigottita minoranza un atto – è quanto afferma Del Re – che taglia fuori dal procedimento proprio l’alleato migliore della comunità cassanese nel tentativo di mantenere il centro a Cassano: vale a dire la Regione Puglia che, forte dell’approvazione della variante al PRG, avrebbe potuto chiamare agli impegni presi la Maugeri.

E così, se le osservazioni della minoranza sono fondate, la Di Medio ha aperto la partita nel 2012 (a quell’anno risale infatti la richiesta di ampliamento della struttura) e la Di Medio la chiude nel 2018, ma non nella maniera sperata. Una partita durata sei anni, che segna molto probabilmente una sconfitta. Pesante.

venerdì 16 Marzo 2018

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