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Il “cambiamento”? Tornare indietro di 50 anni su mobilità sostenibile e centri storici

La Redazione
Luigi Di Maio
Dura critica delle associazioni - tra cui Fiab Bari Ruotalibera - alla modifica al Codice della Strada introdotta dalla Legge di Stabilità che consente la circolazione delle auto nelle aree pedonali e nelle ZTL
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Durissima critica viene espressa dal mondo della associazioni ambientaliste e della mobilità sostenibile alla modifica introdotta dal governo al Codice della Strada con l’ultima manovra di bilancio.

«Nella Legge di stabilità appena approvata – si legge in una nota comune di diverse sigle del Terzo Settore –, il Governo attuale, che si definisce “delncambiamento”, ha inserito una modifica pericolosa al Codice della Strada: si tratta di unannorma, il comma 103, che obbliga i Comuni a consentire “in ogni caso” a tutte le auto elettrichene ibride la circolazione nelle aree pedonali e nelle ZTL.nA nostro parere, questo intervento è una mostruosità che riporta indietro il Paese di almeno 50nanni, cancellando con due righe improvvisate i risultati raggiunti in decenni su mobilitànsostenibile e tutela di piazze e strade delle città italiane, a danno di abitanti, commercianti, turistine monumenti, alla faccia anche della sicurezza delle persone.nImmaginate piazza del Popolo a Roma o piazza del Plebiscito a Napoli, o piazza del Duomo anMilano, o via Maqueda a Palermo, percorse incessantemente da autovetture. Pensate ai centrinstorici medioevali di Bologna o Firenze, protetti da ZTL già a maglie troppo larghe, invasi dalntraffico e parcheggio selvaggio di altre migliaia di macchine in più.nE’ questo il cambiamento? E’ davvero il ritorno al passato della motorizzazione che occupa ogninspazio urbano l’unica direzione che si intende prendere per mostrare la “novità”? Dov’è finitonl’impegno alla “dieta del traffico”, ossia a togliere auto dalle città per renderle di nuovo vivibili ensicure, sottoscritto da tanti candidati, compreso il vicepremier Di Maio, in campagna elettorale?nNoi siamo convinti che questa norma debba essere cancellata immediatamente, e insiemendovrebbe essere previsto un comma di scuse alla collettività per aver anche solo pensato unnorrore del genere. Lo chiediamo con forza e ci aspettiamo rapidità nella correzione.

Le associazioni firmatarie dell’appello sono FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta,nLegambiente/Legambici, Alleanza Mobilità Dolce, Kyoto Club,nAssociazione Salvaiciclisti Bologna,nAssociazione Salvaiciclisti Roma,nAssociazione Bike Pride Fiab TorinonBikeitalia.it,nGenitori Antismog,nGreenpeace.

sabato 5 Gennaio 2019

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