Cronaca

Migranti “marchiati”, Cgil con i volontari. La Di Medio si giustifica: «Non hanno internet»

La Redazione
I manifesti del Comune di Cassano affissi sulle porte dei migranti
Anche il sindacato stigmatizza l'iniziativa del Comune. La sindaca con un post attacca i volontari: «Gente infima e ignorante»
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La Cgil si schiera a fianco dei volontari.

Ieri l’associazione “Cercasi un fine” – che a Cassano ha promosso e gestisce una scuola di italiano per i migranti e che risponde spesso con i propri volontari ai bisogni di queste persone – ha stigmatizzato il fatto che il Comune abbia ordinato agli agenti della Polizia Municipale di attaccare manifesti con le disposizioni riguardanti tutti i cittadini in questo periodo di crisi alle porte dei migranti che abitano nel nostro comune.

Una scelta – afferma l’associazione – “lesiva della dignità dei cittadini coinvolti”: un metodo si legge nella nota – “offensivo che ricorda tempi nefasti in cui parte della popolazione era additata come diversa, in maniera visibile e riconoscibile da tutti”.

«La Segreteria Cgil è venuta a conoscenza di quanto accaduto nel nostro Comune, e io – scrive in una nota Giuseppe Angilecchia, coordinatore Cgil cassanese, intervenendo sulla vicenda – incredulo del fatto che questo potesse accadere nel nostro paese, multietnico e di decisa integrazione sociale, credo che, in momenti così drammatici, dove tutti gli abitanti sono costretti a rimanere nei propri domicili, le nostre istituzioni comunali non possano emanare ordinanza discriminatorie, con affissioni messe dietro le porte di alcuni residenti stranieri e bisognosi, dicendo loro di restare in casa».

«La Cgil – continua Angilecchia – sostenitore attivo della nostra costituzione democratica e repubblicana, non tollera l’accaduto per principio etico e costituente dell’organizzazione. L’episodio rimanda alle tante storie passate di discriminazione etnica e razziale; nel mio immaginario, una buona amministrazione, conoscendo i propri abitanti, con i propri servizi integrati, in questi momenti di totale crisi, dovrebbe recarsi in tutte le famiglie bisognose e portare loro da mangiare, senza obbligarli a restare in casa a morire di fame, ed evitando di segnare le porte con missive. Il principio fondante della Cgil e della piena convinzione dello scrivente è quello di stare dalla parte degli ultimi. Si condivide il toto il comunicato stampa dell’associazione “Cercasi un fine”, riservandosi di ulteriori interventi».

La sindaca intanto ieri ha provato a giustificarsi.

Nel centro storico, ha scritto in un post (trovate qui la versione integrale), «è più difficile far giungere i messaggi, sia perché l’auto della Protezione civile non può transitare sia perché non tutti hanno i collegamenti social o internet».

Appurato dal Comune che queste persone non sono “collegate e connesse alla Rete”, non sarebbe stato meglio informarli con lettere o con incontri personali ricorrendo agli stessi agenti o ai servizi sociali?

Non è stato possibile, risponde la sindaca, confermando indirettamente che la scelta di attaccare quei manifesti è stata dunque deliberata e voluta.

«Abbiamo cercato di interloquire con tutti – dice infatti la Di Medio – ma, molto spesso, le porte sono rimaste chiuse e per questo abbiamo deciso di affiggere i manifesti in inglese».

La sindaca disegna il quadro di una comunità migrante chiusa nei confronti dell’ente locale, dei servizi sociali e della popolazione locale: un’immagine che non sembra però corrispondere alla realtà; la conferma è la stessa partecipazione dei migranti alla scuola di italiano dell’associazione, che manifesta, al contrario di quanto affermato dalla prima cittadina, una decisa voglia di integrazione e conoscenza reciproca.

«Vanno in giro – continua la Di Medio – senza mascherine e senza guanti» e «continuano a stare in gruppi affollati anche nelle abitazioni».

Ma a Cassano lo fanno solo i migranti? Se lo facessero solo loro, questo non giustificherebbe, evidentemente, l’apparato di forze che l’amministrazione comunale ha messo in campo per convincere i cittadini a restare in casa e a rispettare i provvedimenti per contenere il disagio.

E poi la sindaca si scaglia contro i volontari dell’associazione e i cittadini che in questi giorni – rispondendo proprio all’appello di “Cercasi un fine” – hanno provveduto ai bisogni dei migranti, donando la spesa o un contatto umano: «Menti infime ed ignoranti – scrive la sindaca – stanno strumentalizzando politicamente anche gli sforzi dell’amministrazione volti a salvaguardare TUTTI. Si fa politica di bassa lega sulle parole e su interventi che si attuano in fretta ed in emergenza, con i pochi mezzi e le poche unità operative a disposizione che operano con il sacrificio, disponibilità e grande senso di responsabilità. Nascondendo la paura».

Insomma, per la prima cittadina, come in altre vicende che riguardano il suo operato, la questione sarebbe strumentale, nasconderebbe ragioni di carattere politico. Eppure sulla vicenda si registra il silenzio totale delle opposizioni (i manifesti sono stati affissi il 18 marzo scorso, stando alle foto postate dal Comune sulla propria pagina Facebook): l’immigrazione è un tema – a conferma del clima segnalato dall’associazione cassanese – che non porta voti.

«Ognuno di noi – scrive ancora la Di Medio rivolgendosi ai volontari di “Cercasi un fine” impegnati da tempo nell’aiutare i migranti, con parole decisamente surreali – dovrebbe mettere a disposizione le proprie forze, le proprie conoscenze affinché il contagio sia scongiurato invece di sprecare energie nel “politicare” da dietro una scrivania e un pc senza sporcarsi le mani, senza correre il rischio di infettarsi nel compimento del proprio dovere, anche di volontario, senza guardare negli occhi padri e madri di famiglia che, ormai senza lavoro, hanno bisogno di mettere il pane a tavola, senza essere utile in qualche maniera».

domenica 29 Marzo 2020

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