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Toponomastica e politica, PD: «Grave e inopportuno sostituire Nenni con la Cossetto»

La Redazione
Enza Battista
Dopo la riflessione del movimento giovanile L'Eco - Il rumore del cambiamento, anche il Partito Democratico interviene sulla intitolazione di una via a Norma Cossetto
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Dopo la riflessione del movimento giovanile L’Eco – Il rumore del cambiamento, anche il Partito Democratico di Cassano interviene sulla intitolazione di una via a Norma Cossetto con una nota della segretaria Enza Battista che pubblichiamo integralmente.

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Ringraziamo i ragazzi di “ECO” per il contributo dato alla vicenda della intitolazione di un luogo pubblico a Norma Cossetto da parte di questa Amministrazione Comunale e, da parte nostra, non ci sottraiamo alle domande che ci rivolgono. Meritano il dovuto ascolto e la giusta attenzione.

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Interessante la ricostruzione storico/politica delle vicende accadute sul confine orientale negli anni 1943/1945 a cui va necessariamente correlato l’esodo giuliano dalmata tra il 1945 e il 1956.

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Il dibattito storico e quindi politico di quelle vicende è sempre stato fecondo di posizioni contrapposte e a tratti divisive, a cui la nostra Repubblica ha cercato di dare risposte.

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Perché un luogo dedicato a Norma Cossetto? Non certamente per inseguire un finto dibattito che da qualche tempo insiste sui social per mano di qualche nostalgico ignorante e anacronisticamente ideologico. Questi parlano al di fuori da qualsiasi contesto avendo perso da tempo ogni contatto con la realtà.

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Una precisazione: non abbiamo né in maggioranza né in opposizione esponenti politici riconducibili al PD e quindi siamo del tutto estranei alle logiche che imperversano in quell’assise, e dei pasticci di cui tutti, nessuno escluso, sono capaci (o meglio incapaci!). Torniamo al tema.

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Non dimentichiamo che uno dei primi riconoscimenti a Norma Cossetto fu concesso già nel 1949, a pochi anni dalla tragedia delle Foibe e con l’esodo in corso, da parte dell’Università di Padova conferendole la laurea “ad honorem” su proposta del deputato e antifascista Concetto MARCHESI (PCI) già Rettore di quella Università.

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Sulle Foibe interessante l’intervento di insediamento dell’On. Luciano Violante (PDS) nel giorno della sua elezione a Presidente della Camera dei Deputati nel 1996 che fu un vero appello alla riconciliazione tra coloro che si richiamavano alla Resistenza e coloro che avevano aderito alla RSI di cui vogliamo riportare alcuni passaggi esplicativi:

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Mi chiedo, colleghi, me lo chiedo umilmente, in che modo quella parte d'Italia che in quei valori crede e che quei valori vuole custodire e potenziare nel loro aspetto universale di lotta alla tirannide e di emancipazione dei popoli, non come proprietà esclusiva, sia pure nobile, della sua cultura civile o della sua parte politica, mi chiedo – dicevo – cosa debba fare quest'Italia perché la lotta di liberazione dal nazifascismo diventi davvero un valore nazionale e generale, e perché si possa quindi uscire positivamente dalle lacerazioni di ieri. Mi chiedo se l'Italia di oggi – e quindi noi tutti – non debba cominciare a riflettere sui vinti di ieri; non perché avessero ragione o perché bisogna sposare, per convenienze non ben decifrabili, una sorta di inaccettabile parificazione tra le parti, bensì perché occorre sforzarsi di capire, senza revisionismi falsificanti, i motivi per i quali migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze, quando tutto era perduto, si schierarono dalla parte di Salò e non dalla parte dei diritti e delle libertà . Questo sforzo, a distanza di mezzo secolo, aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro paese, a costruire la liberazione come valore di tutti gli italiani, a determinare i confini di un sistema politico nel quale ci si riconosce per il semplice e fondamentale fatto di vivere in questo paese, di battersi per il suo futuro, di amarlo, di volerlo più prospero e più sereno. Dopo, poi, all'interno di quel sistema comunemente condiviso, potranno esservi tutte le legittime distinzioni e contrapposizioni.”

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Il dibattito diviene quanto mai fervido e porta nel 2004 alla istituzione del “Giorno del ricordo”. Brevemente vogliamo riportare alcuni passaggi interessanti del dibattito parlamentare di quei giorni, quali l’intervento (stralci) del Sentore Marcello Basso (DS. Presidente ANPI Venezia e Coordinatore ANPI nord Italia): 

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“… Io voterò questo provvedimento! Lo farò perché´ ritengo giusto ricordare chi e` morto in modo orrendo nelle profondità delle foibe carsiche. Lo farò perché ritengo sia inderogabile ricordare il dramma dell’esodo istriano-dalmata …” o della Senatrice Franco Vittoria (DS):

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“Agli storici il compito di continuare a ricercare documenti e testimonianze per portare alla luce fatti ed eventi, che aggiungano ulteriori pezzi alla verità storica; alle istituzioni, a noi e alla politica il compito di creare una memoria critica e solidale, di creare le condizioni per una verità come valore civile condiviso, secondo un ordine di valori che tutti consideriamo fondanti. Innanzitutto, la democrazia nata dalla lotta contro il fascismo e il nazismo, la condanna di ogni forma di totalitarismo, di razzismo, di nazionalismo sciovinista…”.

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È del 2005 il conferimento a Norma Cossetto della medaglia d’oro al valor civile da parte del Presidente Ciampi.

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Ultima citazione quella del nostro presidente Mattarella che il 10 febbraio del 2021 ha dichiarato: 

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«Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo. Quest’ultima scatenò, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole»

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Non si tratta di uso “politico” della storia, bensì di un superamento di quelle contrapposizioni che, ci auguriamo, possano creare un clima più sereno nell’analizzare quel periodo storico così controverso e ancora poco documentato e cercare le ragioni di un dialogo (non alleanza!) con la destra quanto mai necessario in questo particolare momento.

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Se queste sono le ragioni per cui non ci siamo opposti alla intitolazione di un luogo della nostra cittadina a Norma Cossetto, abbiamo, già all’indomani di quei Consigli Comunali cui si fa riferimento, espresso la nostra contrarietà nel contrapporre o affiancare la cittadinanza onoraria alla Senatrice SEGRE alla memoria della Cossetto così come era intenzione della maggioranza del Consiglio Comunale e di parte dell’opposizione (vedi ns. nota del 24 maggio 2020).

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Di questi giorni, invece, la decisione di “rimpiazzare” l’intitolazione di quel giardino già dedicato a Pietro Nenni; decisione grave e inopportuna che speriamo sia frutto di un mero disguido degli uffici e non di manifesta volontà politica. Sulla vicenda non siamo intervenuti pubblicamente (in corso interlocuzioni con l’Amministrazione) in quanto ben più importanti le vicende socio sanitarie che investono la nostra cittadina a causa di questa pandemia e che deve vederci concentrati nel suo superamento. A tal proposito più volte abbiamo lamentato la scarsa informazione data alla cittadinanza e ai controlli che dovrebbero essere ben più serrati e frequenti. Al contempo, nel merito, la nostra linea politica in questa emergenza è di dialogare con l’Amministrazione intesa come Istituzione; non sterile critica o contrapposizione, bensì collaborazione aperta e franca perché solo con l’aiuto di tutti sarà possibile mitigare i danni sociali ed economici che stiamo subendo. Crediamo sia il momento della responsabilità sia personale che collettiva.

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In conclusione ribadiamo la nostra volontà a non sottrarci a un dibattito storico/politico sicuramente interessante e proponiamo di rilanciarlo declinandolo sulla necessità di un confronto sulle politiche future. A latere di questa pandemia si stanno amplificando problematiche irrisolte che stanno minando la nostra capacità di reazione agli eventi al fine di rilanciare il sistema paese. Su queste tematiche vogliamo concentrare la nostra attenzione: ambiente, disuguaglianze, bene pubblico, lavoro, emancipazione femminile, xenofobia, istruzione, pari opportunità (non solo di genere).  Occorre ridisegnare le politiche per un futuro diverso che guardi all’inclusione sociale e ai giusti investimenti, sia pubblici che privati, che possano rendere la nostra cittadina un posto migliore in cui vivere e che possano dare speranza nel domani.

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Noi ci siamo!

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lunedì 29 Marzo 2021

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